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Poco più di tre anni fa, i ragazzi di 4A Games si fecero conoscere dal grande pubblico con uno shooter in prima persona piuttosto interessante. Un titolo che cercava di piazzarsi a metà strada tra l'esperienza scriptata alla Call of Duty e qualcosa di potenzialmente più emotivo per il giocatore che potesse ricordare quanto provato giocando ad Half-Life 2 o al primo BioShock. Il risultato fu Metro 2033, un progetto che divise a metà pubblico e critica tra chi lo elevò a cult da giocare tutto d'un fiato grazie alla sua atmosfera claustrofobica e alla trama al di sopra della media e chi invece lo bocciò come un esperimento fallito per delle evidenti magagne nel gameplay che coinvolgevano soprattutto la meccanica shooter. Oggi è la volta di parlare del sequel, Metro: Last Light che non solo segna l'esordio dello sviluppatore anche su PlayStation 3, accanto alle versioni PC e Xbox 360 ma anche l'allontanamento quasi totale dalla storia originale raccontata nei libri di Dmitry Glukhovsky. Il nuovo lavoro di 4A Games infatti prosegue la storia del protagonista originale di Metro 2033, prendendo strade e approfondimenti narrativi che toccano molto raramente quanto raccontato nei libri dello scrittore russo.
recensione di http://multiplayer.it