ll nuovo episodio della saga Reflections taglia i ponti col passato, pur ruotando tutto intorno ai protagonisti di Driver, il poliziotto sotto copertura John Tanner e il super criminale Jericho, ma nei primissimi minuti di gioco si prende il lusso di portare le scorribande per San Francisco nella testa di John, caduto in coma dopo un inseguimento finito male, di fatto liberando il titolo da ogni tipo di pretesa "realistica" della serie. Per fare ciò i ragazzi inglesi hanno dotato il protagonista di un potere chiamato Shift, che gli dona la possibilità, una volta che la telecamera si è alzata da terra, di entrare direttamente nel corpo di ogni automobilista presente nella mappa, dando il via ad una serie di situazioni, e quindi di missioni, che sono il vero fiore all'occhiello della produzione Ubisoft.
La sceneggiatura di Driver: San Francisco, per richiamare (con successo) il glorioso passato, riprende ancora una volta il tema basilare dell'intero brand: la sfida all'ultima sgommata tra l'integerrimo agente John Tanner ed il pericoloso criminale (nonché assassino di poliziotti) Charles Jericho.
Finalmente arrestato il pluriomicida sta per essere condotto davanti al tribunale che, molto probabilmente, sentenzierà la sua condanna a vita. Non tutto, però, sembra andare liscio: in galeraJericho si mostra incredibilmente tranquillo e per giunta indaffarato a trattare la liberazione/evasione di un illustre compagno di reclusione. Giunto il momento del blindatissimo trasporto l'agente Tanner, responsabile della reclusione del maniaco, decide di seguire personalmente il convoglio blindato; niente va lasciato al caso, specialmente dopo aver speso interi anni nell'inseguimento del ricercato. Quando tutto sembra andare per il meglio ed il nostro può finalmente tirare un sospiro di sollievo ecco spuntare una fantomatica figura femminile che, requisito un elicottero dell'emittente televisiva locale, crea il giusto scompiglio bersagliando le auto di scorta con un RPG. Jericho, grazie ad una capsula d'acido conferitagli da un'accondiscendente secondino, riesce a liberarsi ed a prendere il controllo del mezzo. Per John Tanner è ora di tornare al lavoro.
Il rocambolesco inseguimento che segue (al quale prenderemo attivamente parte) chiude il prologo quando i due agenti, tamponati da Jericho, si trovano coinvolti in un brutale incidente stradale dal quale Tanner, colpito in pieno, sembra uscire illeso. Pochi istanti bastano al nostro beniamino per capire che qualcosa non torna: i cartelloni pubblicitari contengono messaggi a lui specificatamente indirizzati e la sua coscienza è in grado di separarsi dal corpo per prendere possesso di altri autisti nelle strade di San Francisco. Un potere fantastico, un dono dal cielo..non fosse che, in realtà, il nostro beniamino è steso sul lettino di un ospedale, privo di conoscenza.
Seguirà quindi una vicenda in cui i confini del reale saranno -fino ad un certo punto- prevaricati e nella quale, sino alla fine, non capiremo con certezza se l'intera indagine sia semplicemente frutto di un sogno o se realmente la coscienza, lo spirito di Tanner si stia muovendo autonomamente dal corpo per riassicurare Jericho alla giustizia. Collateralmente ai tanti punti interrogativi e alla sfida tra legge e criminalità s'inseriranno diversi personaggi secondari, a partire dal collega di Tanner, molto ben caratterizzati e capaci, in maniere diverse, di mantenere alto il coinvolgimento ed il livello d'interesse per una vicenda architettata in maniera piuttosto basica e lineare.
La struttura di questo nuovo capitolo di Driver si adatta in maniera piuttosto funzionale a quelle che sono le esigenze del videogiocatore moderno. Il titolo passa da lineare chase game a racing open world, e tutto grazie all'introduzione dell'abilità "Shift", che nei mesi passati aveva fatto storcere il naso a molti appassionati (chi vi scrive compreso). Il sistema, invece, funziona molto bene: sviluppando la capacità di estrometterci dal nostro corpo acquisiremo, gradualmente, la possibilità di sorvolare -letteralmente- San Francisco. Dapprima strada per strada, poi al di sopra dei palazzi ed, infine, al di sopra delle nuvole per prendere agilmente possesso di qualunque autovettura. L'enorme (e meravigliosa) metropoli americana (interamente ricostruita) presenterà diverse sfide, sia collegate alla trama principale sia congegnate semplicemente per prendere confidenza con ognuna delle nuove capacità di Tanner o acquisire nuovi bolidi. Si tratterà di un'insieme eterogeneo di incarichi e sfide che metterà il giocatore al volante delle autovetture più disparate, chiedendogli di vincere una gara clandestina, di catturare un fuggitivo ma anche di compiere vere e proprie imprese spericolate come precorrere un certo tratto contromano ad altissima velocità o superare un certo numero di auto in pochi secondi.
La varietà è garantita, in primis, dal vero e proprio obbligo di affrontare almeno una parte delle missioni secondarie (due per capitolo, solitamente) per sbloccare quelle principali ed, in secondo luogo, dalle stesse abilità speciali di Tanner. Grazie allo Shift avremo infatti la possibilità di risolvere le situazioni d'inseguimento in maniera piuttosto creativa. Non ottenendo il risultato sperato con un semplice speronamento, ad esempio, potremo prender possesso di un'auto (o un autobus) qualche centinaio di metri più avanti e causare un incidente o direttamente un frontale col malcapitato. Benché sulle prime tutto risulti piuttosto fresco e divertente, la completa assenza di limiti per quel che concerne questa feature consente -purtroppo- di abusarne, semplificando forse un pò troppo la prima metà dell'avventura e rendendo sostanzialmente ripetitive molte missioni, impossibili da completare senza causare continui incidenti per bloccare gli avversari. Differente il funzionamento dei restanti "poteri" (capacità di caricare lo speronamento e di attivare, per qualsiasi veicolo, ilpower boost), limitati da una barra ben visibile nella parte bassa dello schermo.
A salvare la produzione, a questo punto, è quindi la gigantesca quantità di eventi collaterali, nonché la possibilità di acquistare nuovi garage (per sbloccare nuove auto) e -naturalmente- guadagnare crediti agendo in maniera spericolata. Proprio come in Test Drive Unlimited o in Burnout ancor prima, ogni attività completata ma anche ogni derapata, ogni salto, ogni sorpasso al limite porterà crediti nelle casse del giocatore, tramite i quali potenziare il proprio parco macchine adibito esclusivamente alle sfide. E, proprio riguardo a queste ultime, la produzione aggiunge una serie di gradevolissimi extra, collegati alla cattura di circa cento icone sparse nei meandri di San Francisco. A intervalli di dieci sbloccheremo missioni extra da affrontare esternamente alla modalità principale; incarichi che ci riporteranno alle origini, impedendoci spesso di utilizzare lo Shift e le altre capacità, offrendo un genuino assaggio dell'ottimo sistema di guida.
Pur essendo quanto di più lontano da una simulazione di guida, infatti, Driver: San Francisco mostra caratteristiche peculiari per ciascuna delle oltre cinquanta vetture licenziate (Porche esclusa), in particolare per quel che concerne la tenuta in curva che, pur volutamente "alleggerita", ricrea in maniera soddisfacente il comportamento (sottosterzata o sovrasterzata) dei bolidi in questione. Un aspetto inaspettatamente soddisfacente della produzione Reflections che aggiunge ulteriore valore ad una produzione già piuttosto ricca senza minarne in alcun modo il divertimento.
L'ultimo elemento atto a valorizzare le qualità di Driver: San Francisco è il comparto multiplayer, presente oramai in ogni produzione Ubisoft.
Anche in questo caso le gare spaziano dagli inseguimenti durante i quali distruggere i veicoli designati alle gare completamente prive di poteri dove dimostrare il proprio valore come puri piloti. L'offerta prevede anche una mini componente RPG, con l'aumento del livello del proprio pilota e l'apertura -in tal modo- di nuove competizioni. Divertente, infine, una sorta di cattura la bandiera all'inseguimento di un pilota designato, il cui fardello passerà poi di volante in volante.
Per quel che concerne la componente tecnica Driver: San Francisco presenta alti e bassi.
Va elogiata, in primo luogo, la ricostruzione perfetta della città, minuziosamente ricreata in ogni dettaglio soprattutto per quel che concerne i principali landmarks. Girovagando è però possibile riconoscere molti "corners" e ritrovarsi in un ambiente davvero familiare (sempre che ci siate stati di persona, ovviamente). Tale aspetto, oltre alla vastità della location, costituisce un valore aggiunto assolutamente da non sottovalutare: personalmente ci siamo esaltati non poco durante una delle prime missioni secondarie che prevede un "giretto" sulla famosissima Lombard Street. Passando oltre i sentimentalismi possiamo osservare una più che buona modellazione poligonale in ogni angolo della città, nonché per quel che concerne le vetture stesse, realizzate in maniera davvero convincente. Meno bene, invece, il comparto texture, che in più d'un occasione si lascia andare mostrando scorci non definiti ed esteticamente non certo piacevolissimi. La produzione, dal punto di vista estetico, si risolleva in ogni caso grazie ad una sapiente gestione dell'illuminazione e ad un frame rate quasi sempre ancorato ai 60fps. Ci teniamo poi a sottolineare la bontà delle inquadrature dall'abitacolo, ideali per affrontare inseguimenti alla Bullit, e la ricercatezza della palette di colori, che tinge la città di un vintage tipicamente anni '70.
Forte richiamo al periodo d'oro della città sulla baia viene poi dalla colonna sonora, in parte moderna in parte idealmente uscita da un episodio di Starsky ed Hutch, a cui fanno eco anche i due agenti protagonisti, con battute molto leggere e divertenti.
Tratto da : http://www.everyeye.it/xbox360/articoli/driver-san-francisco_recensione_14747?pagina=2
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