Beppe Fenoglio
“Il partigiano Jonny”
Einaudi 1968
Pagine 480
Genere: Romanzo storico
Dati dell’autore:
Beppe
Fenoglio nacque ad Alba(Piemonte) nel 1922 e vi trascorse tutta la vita tranne
gli anni da militare a Roma. Combatte la guerra partigiana fino alla
Liberazione. Ammirava molto la letteratura inglese, e la cultura e la civiltà
anglicana. Nel 1962 fu colto da un male inguaribile che lo spense l’otto
Febbraio 1963. Le sue opere sono: nel 1952: “I
ventitrè giorni della città di Alba” ; nel 1954:“La malora”; nel 1959: “Primavera
di bellezza”; e nel 1968 la cronaca della Resistenza con“Il partigiano Johnny”.
Trama:
Johnny (tutti lo chiamano soltanto col suo soprannome) è un
ventiduenne studente universitario di Alba, che è sfuggito miracolosamente al
tracollo dell'8 settembre. Rientrato in Piemonte, i genitori benestanti hanno
provveduto a imboscarlo in una casa in collina, sulle pendici di Alba, per
sottrarlo al bando del maresciallo Graziani che impone la arruolamento obbligatorio
a tutti i maschi in età di portare la divisa.
L'alimentazione abbondante, il
riposo, i libri più amati, la volontà di non procurare sofferenza ai genitori
esponendosi a rischi non necessari, non bastano però a placare il suo desiderio
di azione. Su Johnny influisce anche la severa lezione antifascista dei due più
amati professori del liceo, Chiodi e Cocito, anche se gli incontri clandestini
con loro più che altro lo confondono per via delle interminabili discussioni
politiche di cui non capisce molto.Procuratasi una pistola, Johnny indugia ancora ma alcuni eventi lo spingono ad affrettare la sua risoluzione; lasciata una lettera d'addio, Johnny si dirige verso le colline per unirsi ai partigiani. Il giovane si dirige verso l'alta Langa e per lui comincia a tutti gli effetti una nuova esistenza.
L'incontro fortuito con una squadra di partigiani garibaldini, sulla strada che avrebbe dovuto condurlo al loro presidio, delude profondamente Johnny: tra di loro c'è una distanza abissale di orientamento politico-culturale. La vita partigiana scorre noiosa, senza gloria né azione, tra preparativi infiniti, patetiche scontri con i carabinieri e dolorosi sequestri ai contadini. In questo periodo Johnny incontra per la prima volta la morte. La strategia dei partigiani appare a Johnny affidata al caso: catturati involontariamente alcuni soldati tedeschi, la truppa di Mombarcaro si ritrova circondato da un vasto spiegamento di forze e gli uomini sono costretti ad attraversare ad uno ad uno le linee nemiche, nella speranza di sottrarsi alla manovra a tenaglia. Scampato ai fascisti, invece di raggiungere i propri compagni, Johnny decide di mettersi in cerca dei sospirati “azzurri”.
Questa autonomia mette a Johnny una strana euforia. Senza più un centro (nemmeno quello provvisorio di Mombarcaro), Johnny prova per la prima volta il senso “dell'esilio” e una violenta nostalgia per Alba, da poco occupata dai fascisti. L'incontro fortuito con una vecchia conoscenza, dà vita a una delle scene più toccanti dell'intero romanzo, e culmina nella precisa sensazione da parte di Johnny di non avere più nulla da spartire con quel mondo di cui faceva parte. Vicino alla sua città natale sulle colline trova un campo partigiano; Johnny capisce subito di aver trovato le persone che fanno per lui:Nord, Pierre, Ettore. Ben presto gli scontri riprendono. Padroni delle colline e garibaldini concordano di occupare la poco difesa Alba, nonostante il parere negativo di quanti.
Occupata Alba senza colpo ferire (dopo una previdente ritirata dei fascisti), i partigiani girovagano la città in cerca di divertimento, come si trattasse di un «viaggio premio», ma diventa presto chiaro a tutti che non sarà possibile tenerla a lungo. Nessuno vorrebbe combattere, non rimane però altra soluzione che affrontarsi sul campo.
La rapida sconfitta delle "repubbliche partigiane" inaugura un nuovo corso della guerra in collina, in cui l'iniziativa passa di nuovo ai fascisti, riorganizzati e validamente soccorsi dalle milizie tedesche. Dopo una breve e insoddisfacente parentesi sentimentale con una ragazza di Torino, l'attacco fascista si scatena in tutta la sua violenza e brutalità. In poche ore la linea frana sotto i colpi nemici, che si abbandonano a una feroce rivincita sui civili. La formazione di Johnny rimane indietro per proteggere la ritirata del gruppo di Nord, ma è presto accerchiata dai fascisti e costretta a una disordinata fuga per i boschi. Per tre giorni, senza cibo e senza difese contro il freddo novembre delle Langhe, gli amici si sottraggono con ogni mezzo alle pattuglie nemiche che approfittano dello sbandamento totale delle forze partigiane. Dopo aver rischiato numerose volte la vita. Johnny, Ettore e Pierre riescono a sottrarsi ai fascisti. I nemici ormai spadroneggiano anche nei piccoli centri, incrudeliti dalla consapevolezza che la primavera porterà su tutto il fronte l'avanzata vittoriosa delle forze alleate. Nei villaggi si sono infiltrate intanto delle pericolosissime spie che, travestite da venditori ambulanti, segnalano i nascondigli dei partigiani e denunciano i borghesi che li accolgono in casa. In una di queste retate viene appunto catturato Ettore, e poiché Pierre, malato, si è fatto nascondere dalla sua fidanzata, Johnny rimane ora completamente solo (in realtà Johnny riesce a catturare un fascista con cui riscattare l'amico, ma nelle pagine successive tutto continua come se lo scambio non fosse mai avvenuto). Johnny si trova a passare duro inverno del '44 in una cascina saccheggiata, soffrendo il freddo e la fame, ma proprio in questa condizione estrema di solitudine e sofferenza trova finalmente la sua dimensione ideale. Fin dall'inizio Johnny ha dovuto lottare contro gli inviti a non esporsi troppo che gli venivano rivolti da più parti, ma nel momento della caduta partigiana le vie di uscita si fanno di colpo tutte più allettanti. Eppure Johnny non vuole mancare a un impegno morale che ha preso innanzitutto con se stesso e continua da solo una guerra divenuta ormai sempre più personale, riuscendo anche a uccidere una delle pericolosissime spie fasciste.
Alla ricostituzione delle bande partigiane, Johnny si scopre profondamente cambiato, incapace di riprendere la consueta vita di gruppo con Pierre, Nord e Ettore, anche se non ha perso di vista i suoi ideali, infatti quando Pierre ordinerà un attacco al nemico, lui non si tirerà indietro; anche se questa si trasformerà in una imboscata fascista, che vedrà impotenza (causata dalla mancanza di armi) di Johnny davanti agli attacchi nemici e agli amici uccisi. Due mesi dopo la guerra finì; così si conclude il romanzo incompleto.
TEMI:
In questo libro è
affrontato il tema della Resistenza
partendo dai suoi protagonisti: ragazzi normali, figli di contadini, artigiani,
commercianti, ragazzi che si sono trovati loro malgrado a vivere un'esperienza
più grande di loro. L’autore descrivendo i problemi di questi giovani proietta
la propria esperienza in una visione drammatica.
Personaggi:
Johnny è un apolitico, è l’immagine reale del partigiano Fenoglio,
anticomunista (per il periodo della Resistenza), è il motore del romanzo. Johnny
è l'eroe, è capace di affrontare ogni pericolo, un personaggio che conserva il
candore, l'ingenuità, l'idealismo, la lealtà.
I professori Chiodi e Cocito, due personaggi che nel romanzo si
nascondono, sono:Leonardo Cocito e Pietro Chiodi, professori rispettivamente di
italiano e di storia e filosofia nel liceo di Alba dove aveva studiato
Fenoglio.
Nord è il grande capo della Basse Laghe.
Tenente Pierre che diventò presto il miglior ragazzo e
compagno della guerra di Johnny. Lui aveva un fisico minuto, occhi azzuri e
capelli rossi, bravo con il fucile.
Ettore era il vecchio amico di Johnny dell’Unpa
Fulvia è una torinese che, solo momentaneamente, risiede nelle
Langhe, è l'immagine della ragazza di buona famiglia, studentessa, dolce e
cortese se non proprio raffinata. Fulvia legata all'immagine andata a male di
un salotto borghese sembra incarnare semplicemente. Johnny la incontra mentre si dirige verso Alba per
ottenere informazioni sulla città occupata dai fascisti, ma si intrattiene solo
brevemente nel suo salotto: i luoghi chiusi gli vanno stretti.
Luoghi:
Piemonte. Nella
zona delle Laghe.
Tempo:
Durante la prima guerra mondiale nel periodo
della Resistenza.
Narratore: Esterno
Valutazione: 25/30
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